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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

Nei rapporti di coppia, nelle relazioni fra amici e colleghi, c'è un'unica costante. 

Aggiornamento: 1 feb 2020

Durante la terapia di coppia, 2 psicoterapeuti su 4, pensano che litigare sia da considerarsi un segnale positivo quando si è in crisi; rispetto al silenzio che, invece, è sinonimo di distacco definitivo.

L'amore non è bello se non è litigarello. Questa filastrocca la sento da 39 anni, anzi quasi da 40!

😂😂😂

Lo ripetevano le vecchie signore del paesino dove sono cresciuto quando sentivano oppure vedevano litigare qualcuno per strada.

Più che una filastrocca sembrava una scongiura, un rito che aveva il potere di portarsi via il litigio e le incomprensioni nel rapporto.

Negli U.S.A. è consuetudine frequentare un terapista di coppia già alle prime difficoltà. Lo si fa perché le donne americane amano sentirsi di nuovo a scuola, dove si siedono sul divanetto di fronte allo psicologo, tutte ritte e con l'atteggiamento di chi vuole assorbire ogni minima parola proferita dal professionista per poterlo insegnare al marito che, al contrario della donna, sta stravaccato con un sorriso da ebete stampato sul volto e con il pensiero al poker della sera con gli amici.

Lei si lamenta che lui non le dona più le attenzioni di una volta mentre lui, attonito, annuisce se la situazione lo richiede, altrimenti preferisce non fiatare né muoversi per evitare qualsiasi incomprensione.

Ma perché la gente litiga?

La gente litiga perché non ama più stare in compagnia.

Viviamo una vita fatta di scuola e apprendimento, di giovinezza e spensieratezza, di lavoro e sacrificio, di famiglia e responsabilità, di casa e comodità, di vecchiaia e di pensione.

Man mano che invecchiamo, il nostro bioritmo rallenta, rallenta e rallenta, e giorno dopo giorno rallenta sempre più fino a che, alla fine della corsa, si ferma.

Man mano che andiamo rallentando, anche il piacere di fare le cose perde il suo appeal e ti ritrovi a compiere azioni abitudinali senza nemmeno ricordarti il perché.

Casa tua diventa una fortezza e cominci a vivere bene soltanto all'interno del tuo regno.

Così ti capita di perdere il piacere di frequentare amici e parenti, di partecipare alle feste, di investire mezz'ora di tempo per cercare parcheggio per l'auto quando ti rechi in centro città.

In un contesto simile, è naturale che chiunque si trovi davanti al tuo cammino prenda le sembianze di un nemico da eliminare.

Il litigio come unica valvola di sfogo e di rinnovata motivazione.

Ti trovi a casa di amici per cena e vi addentrate in una conversazione che parte su binari di rispetto reciproco.

Ognuno parla e argomenta basandosi sulla propria prospettiva ma tu non sei felice di trovarti in quel posto, con quelle persone e una frase detta male ti dà il LA per perdere "la brocca".

La conversazione si trasforma in discussione e la discussione degenera in litigio.

E dopo un attimo ti ritrovi a sbraitare come un leone inferocito contro quella povera persona, rea di averti assecondato in quell'argomento sociale.

Et Voilà, un altro amico è andato.

Ma chissenefrega, tra poco sarò a casa mia nel tiepido candore.

Durante il ritorno a casa, discuti da solo o con la tua lei circa quanto appena capitato e, il litigio con il tuo amico, sebbene deplorevole e disastroso, diviene un motivo di conversazione tra voi due.

Ebbene sì, dopo un po' di tempo, quando non c'è più nulla da dirsi, l'argomento migliore che possa avere del comune nella coppia, potrebbe essere esclusivamente la rabbia.

Rabbia per le cose che accadono, rabbia per il contendersi un parcheggio, rabbia per non aver rispettato la fila al supermercato.

Quando entriamo nel loop della rabbia, uscirne diventa quasi impossibile.

La rabbia è una delle emozioni base, se avete visto il divertente film Walt Disney Inside Out, comprendete bene ciò che intendo.

La rabbia è una delle emozioni base, il che significa che è parte di noi, è all'interno del nostro sistema operativo.

Quando la ragione perde la speranza, arriva lei: la rabbia.

È un meccanismo difensivo che serve per scaricare la tensione accumulata ed evitare di trattenere all'interno energia negativa pericolosa.

La rabbia è un sentimento che serve per vivere ma non deve diventare mai un motivo per vivere.

Le emozioni base sono:

Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia.

Ecco, immaginate una società di 5 persone che devono gestire un'azienda.

La percentuale più grande della società deve andare al socio che più di ogni altro possa scegliere per il meglio, che possa ambire a conquistare la felicità commerciale, che abbia dei valori importanti: in questo caso sarebbe GIOIA che dovrebbe possedere il 51% delle azioni.

Mentre il resto della banda, in quattro, il restante 49%. Ciò sta a significare che l'azienda è mossa da valori importanti e sani allo scopo di godere del benessere ambito e che aiuti i propri clienti grazie a prodotti che portino gioia.

Il resto delle emozioni servirà a non commettere errori e difendersi da eventuali situazioni negative perché anche le emozioni "negative" hanno un ruolo fondamentale per noi esseri umani. Immaginate la tristezza di ricordare i genitori che non ci sono più. All'inizio sembra un'esperienza tragica tuttavia, man mano che passano gli istanti, un sorriso si stampa sul tuo volto perché sei consapevole che saranno per sempre con te, e da quel momento, la tua vita riparte di nuovo alla grande.

La cosa che non deve accadere è che una delle cosiddette emozioni negative diventino il socio maggioritario dell'azienda.

Immaginate una persona che viva in funzione della gioia. Sarà una persona che vive la propria vita con il sorriso e con la voglia di scoprire, di fare, di giocare, insomma: vive una vita da bambino quindi felice.

Al contrario, una persona vittima dell'emozione della paura che vive una vita con l'espressione del volto di chi è consapevole che tra poco gli dovrà capitare qualcosa di spiacevole, vivrà una vita piena di paure, piena di medicine sul comodino, senza fiducia nei confronti degli altri.

Ed è così anche per l'emozione della Rabbia.

Una vita gestita dall'omino rosso nella figura in alto, rappresenta una vita infelice, paragonabile all'esistenza di un cane aggressivo che difende la proprietà del suo padrone, abbaiando in modo incessante e fastidioso senza che nessuno lo abbia importunato.

Se ti guardi in giro, nei discorsi della gente, c'è sfiducia, tristezza, disgusto, rabbia e paura.

L'emozione della gioia sembra appartenere ai corsi di formazione dove le persone si abbracciano senza apparente motivo.

La politica, lo sport del calcio inteso come polemica, le religioni, i rapporti sociali, tutte situazioni che dovrebbero avere come unico denominatore la gioia, sono invece motivi di scontro e sofferenza.

La differenza fra le razze che dovrebbe essere un motivo di crescita, si è trasformato in odio verso le diversità e quindi ennesima ragione di scontro.

I telegiornali (che non guardo più da anni), divulgano esclusivamente notizie negative.

I social sono diventati il nuovo sistema di informazione e, a parte gli animali buffi che ti strappano un sorriso, sono un acceleratore di guerra fra la gente, infatti, come spesso accade, un post pubblicato sul proprio profilo per vari motivi diventa motivo di scontro e litigi fra le persone.

Così, due individui che si conoscono e si rispettano, per una caxxata buttata a caso senza rifletterci troppo, rischiano di litigare: almeno adesso, avranno una buona storia da raccontare per occupare un po' il tempo.

Questo, è davvero un brutto post perché l'argomento è negativo e, soprattutto tragico.

Quindi non lasciare commenti e non condividerlo.

😁😁😁😁😁😁

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