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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

Finché non mi sentirò pronto non inizierò quel lavoro perché la preparazione è fondamentale

Aggiornamento: 1 feb 2020

Se parli a te stesso in questo modo allora è arrivato il momento di buttare via il manuale del perfetto boy-scout e lanciarti nel vuoto.

Quanto la formazione sia importante, necessaria, imprescindibile, determinante, fondamentale, non sono certo io a doverlo dire, scrivere o ricordare.

La formazione è un capisaldo anzi IL CAPISALDO su cui fonda la vita delle persone.

L'esperienza, come veniva definita qualche anno fa è il vero valore aggiunto che una persona possa inserire all'interno del lavoro svolto.

Fare esperienza e, di conseguenza avere esperienza è una prerogativa di successo in ogni ambito della vita.

Detto questo, ora parliamo del rischio più importante in cui si può incorrere quando, la formazione, diventa un modo di vivere:

La sindrome del Boy-scout!

Il Boy-scout è una persona gentile, che mette il prossimo quasi al proprio livello, che vive il mondo come una missione e che, soprattutto, impara continuamente modi di fare, metodologie e pratiche per riuscire a svolgere determinate mansioni e missioni.

Il Boy-scout aiuta gli altri e si bea dei propri trofei (spille) come fossero una ragione di vita: l'unica ragione di vita.

Il Boy-scout ha dalla sua un particolare non poco rilevante: esegue procedure e ordini presenti all'interno di un manuale certificato e riconosciuto che gli dice esattamente cosa fare e come comportarsi per ottenere il proprio risultato. Se, il ragazzo-scout eseguirà alla lettera ciò che sta scritto all'interno del manuale e rispetterà il codice d'onore, riuscirà ad ottenere i risultati preventivati.

Ma nella vita di tutti i giorni le cose viaggiano un po' diversamente...

Partiamo da un punto fondentale:

A parte medicina e ingegneria (ma si stanno sovrappopolando pericolosamente), non esiste un protocollo di funzionamento che ti possa consentire di applicare una regola ed ottenere un risultato certo.

Diventare personal trainer, per esempio, è un percorso che man mano sta aumentando i propri followers perché si trova all'interno del sistema benessere e salute, si ha la possibilità di vivere di sport e si possono aiutare moltissime persone a raggiungere quel risultato che permetterebbe loro di migliorare la qualità della propria vita.

Sembrerebbe una situazione ideale, idilliaca, fantastica ma come per tutte le situazioni, c'è il rovescio della medaglia cioè come procurarsi clienti e poter vivere di questa splendida attività.

Ecco il problema: come raggiungere il cliente e come creare un sistema che ti aiuti a generare clienti per sempre.

In questo post non voglio concentrarmi su come creare clienti ma se desideri conoscere il sistema per generare nuovi clienti clicca

qui

Quindi, anche il lavoro più bello del mondo, ammesso che esista un manuale tecnico per generare "il perfetto personal trainer", per esempio, mancherebbe di una parte fondamentale cioè il lato clienti.

E grazie a questa premessa possiamo andare diritti al punto: la formazione.

La formazione professionale e personale nasce con l'intento di istruire persone allo svolgimento di una eventuale attività o comportamento.

Esiste il maestro che insegna e lo studente che apprende, anzi, per la verità esiste un maestro e tanti studenti.

Questo fa comprendere le pedine fondamentali del teorema: 1 Maestro, Tanti Allievi e, il terzo lato del triangolo che è rappresentato dai soldi (portati da clienti).

Concentriamoci sull'allievo.

Essere allievi, specialmente in età adulta, ti dà delle soddisfazioni immense.

Quando sei a scuola (a proposito guarda questo post per comprendere

), i professori, ti istruiscono circa le nozioni di apprendimento base e ti insegnano che se fai bene il compito, otterrai un ottimo risultato.

Così più ti impegni e più, potenzialmente, avrai ottimi voti.

E questa abitudine che viene installata nel tuo software per anni (oltre 20 anni partendo dalle elementari fino al tirocinio formativo in ospedale per la laurea in medicina), si scontra con il mondo del lavoro dove non è detto né scritto che fare bene equivale ad ottenere risultati positivi.

Così, tornare a scuola dove il mondo ha un senso ti dona di nuovo la tranquillità e quelle certezze di cui hai bisogno per vivere perché, in fondo, abbiamo sempre bisogno di una guida (chi più, chi meno).

Ritornare a studiare ed essere giudicati per il compito da svolgere, ti fa sentire all'altezza della situazione e, di conseguenza, ti aiuta ad abbattere il livello di stress a cui sei abituato.

Questo è molto positivo perché la tua mente si tranquillizza e contemporaneamente impara nuove nozioni che potranno servire per il tuo lavoro in futuro.

Ma attenzione perché Il pericolo più grande è dietro l'angolo per via del benessere causato da questa condizione di scolaretto.

Come dicevamo, ritornare a scuola significa non avere più stress, non dover prendere decisioni, avere un percorso definito certo per raggiungere un obiettivo.

Tutto questo, viene da sé che crei dipendenza che potrebbe sfociare nella non volontà di tornare alla vita normale.

Così piuttosto che mettersi in gioco ed iniziare ad applicare le competenze acquisite, accade che ci si ritrova a passare da un corso all'altro per continuare ad apprendere.

Apprendere, apprendere, apprendere: questo è il problema.

Il vero male non risiede nell'apprendimento bensì nella paura di mettere in pratica le competenze acquisite perché ti potresti trovare al punto di non sentirti mai pronto per affrontare la pratica lavorativa.

La cosa incredibile è che procrastinando continuamente troverai sempre più resistenze alla messa in opera della tua formazione sul campo.

La soluzione?

La soluzione varia da caso a caso perché non siamo tutti uguali e non siamo tutti allo stesso livello ma la soluzione che ti suggerisco (molto meno di un consiglio) è di buttarti all'interno delle situazioni, tuffartici di peso perché nessuno è pronto e nessuno sarà mai pronto all'azione fino a quando non si troverà all'interno dell'azione stessa.

La formazione è fondamentale e va accompagnata alla pratica, alla messa in opera di quanto imparato perché non bisogna dimenticare mai che noi esseri umani viviamo di azioni e reazioni, di movimento ed

e, proprio l'efficacia è il vero VALORE che tutti dovremmo lavorare nel nostro interno perché dietro all'essere efficaci cela la soddisfazione per quello che si fa.

Pensa a chi si mette a dieta, a chi svolge un lavoro, a chi costruisce un mobile, a chi addestra un cane.

Tutti compiono un'azione e la reazione attesa sarà in ordine:

Dimagrire per chi si mette a dieta

Percepire uno stipendio per chi svolge un lavoro

Vendere il mobile per il costruttore

Avere un cane ubbidiente per l'addestratore

Essere efficaci significa ottenere il risultato sperato e pianificato alla vigilia e questo è causa di grandi soddisfazioni e miglioramento dei pensieri positivi che sono causa del successo.

Al contrario non dimagrire, non percepire uno stipendio, non riuscire a vendere il mobile e non essere ascoltati dal proprio cane, sarà causa di grandi insoddisfazioni che potrebbero portare ad aumentare lo stress, coinvolgendo il lato mentale oltre che quello economico e fisico.

Supponi per un attimo di essere un muratore.

Se dovessi erigere un muro e il muro venisse abbattuto ogni giorno perché non reputato accettabile, cosa succederebbe?

Soldi o non soldi perderesti le motivazioni che ti spingono a continuare nella tua attività perché

il muro è la metafora che rappresenta il frutto del tuo lavoro inteso come lascito.

Se invece il tuo muro rimarrà in piedi, allora un sorriso si stamperà sul tuo volto perché la tua formazione, prima e il tuo lavoro, poi, avranno avuto un senso.

Che tu sia alto, basso, bello o brutto, una cosa sola conterà nella tua vita: le gratificazioni.

Se otterrai un risultato dalle tue azioni allora avrai vissuto una vita piacevole e stimolante.

Se, invece, non dovessi ottenere i risultati derivanti dai tuoi movimenti allora rischierai di perdere te stesso perché non riuscirai a comprendere mai la tua identità.

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