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Non essere chiari e non saper comunicare costa tempo e soldi


Essere in grado di trasmettere in maniera corretta il proprio pensiero, idee e riflessioni quando ti rivolgi a qualcuno è un’azione che tutti pensiamo di saper svolgere naturalmente ma, molto frequentemente accade l’esatto opposto.

Sembra banale ma essere chiari nell’esposizione delle tue idee può davvero salvare la tua vita, può metterti in condizione di rapportarti ad un superiore con un piglio da vero collaboratore, può consentirti di diventare il rappresentante dei genitori, può permetterti di essere ascoltato dalle persone in quei momenti difficili perché la tua voce viene considerata appropriata e autorevole.

Osserva la foto qui sopra. Ti ricordi questa vicenda, dico io: assurda?

Capitan Schettino si ritrova in una delle situazioni navali più sciocche e drammatiche degli ultimi anni in cui deve far fronte ad una crisi causata dal paradosso dell’inesperienza unito all’incoscienza.

La capitaneria di porto lo ammonisce e gli intima di tornare a bordo della Costa Concordia e per farlo usa termini, oserei dire: colorati.

Una cosa è certa: Schettino ha compreso il messaggio.

Certo, non si possono sempre usare termini e modi di fare così cristallini però, quando si entra nel campo della comunicazione, ciò che conta è il risultato e, il risultato, nella fattispecie è stato che il capitano è rientrato a bordo della propria nave nonostante, la Concordia, stesse per affondare.

La comunicazione è così, o la ami o la odi ma, se utilizzata nelle forme corrette, nei modi corretti e, soprattuto nei tempi corretti, può portarti a raggiungere risultati incredibili.

Ti sei mai chiesto come mai ogni tanto vieni ascoltato e ogni tanto vieni ascoltato meno?

Semplice, a volte, senza accorgertene, riesci ad intercettare il registro comunicativo di chi si trova al tuo cospetto e, di conseguenza, risulti attraente e ficcante. Le tue parole assumono importanza adamantina all'interno dei pensieri di chi ti siede di fronte e la dimostrazione di questo si traduce nella messa in opera del tuo consiglio da parte dell'interlocutore.

Così torni a casa con la consapevolezza (o meno) di aver davvero aiutato qualcuno in un momento di difficoltà, di aver contribuito alla sua crescita e di aver fatto del bene.

Al contrario, a volte, accade proprio l’opposto e nonostante i tuoi sforzi sovrumani per cercare di connetterti al tuo amico, collaboratore, cliente, non riesci a far breccia all’interno del suo cuore quindi le tue parole non riescono ad ottenere l’effetto sperato e si dissolvono in un nulla indefinito e frustrante per te.

Voglio farti un esempio.

Una mia amica, in seguito alla perdita del lavoro, ha cominciato a cercare in maniera incessante una nuova occupazione che potesse garantirle di non modificare i piani della sua vita.

Così si imbatte in una situazione in cui le sono state promesse moltissime cose che andavano ben oltre il semplice stipendio come una possibilità di carriera, di divenire socia quindi poter realizzare un progetto tutto suo.

Presa dall’entusiasmo non ha osato chiedere rassicurazioni e garanzie circa quelle promesse ma ha accettato la sua condizione di persona importante indefinita.

Indefinita è la chiave di questo concetto perché i suoi nuovi datori di lavoro non riuscivano a collocarla nella loro idea di azienda e lei si sentiva sfruttata oltre la normale mansione (in virtù del progetto successivo) e sottopagata in relazione a ciò che effettivamente lei stava producendo per questa azienda.

Così, giorno dopo giorno, lei lavorava male, viveva male e si sentiva tutt’altro che realizzata e i suoi datori di lavoro non riconoscevano più la persona precedentemente assunta.

Lei non osava chiedere e loro, anche per via della loro malizia di commerciante, lasciavano scorrere tempo e situazioni.

I nodi vennero al pettine quando, terminato il terzo mese di lavoro, la ragazza non si vide accreditato nemmeno uno stipendio e per la legge della sopravvivenza, lei disse basta e pretese un incontro con i titolari.

Lei pretendeva rispetto per quanto detto (da loro) e fatto (da lei) mentre i titolari non si resero conto del malcontento perché la loro visuale, il loro punto di vista non corrispondeva.

Alla fine dell’incontro lei ottenne un acconto in cambio di tenere la bocca chiusa per un po’ ma lei decise in quel momento che era arrivato il momento di dire: STOP.

Cosa avrebbe potuto fare?

Non desidero scendere nel dettaglio della vicenda ma, questa mia amica avrebbe dovuto essere chiara con sé stessa e, di conseguenza comunicare questa sua sicurezza alle persone che avevano deciso di coinvolgerla pretendendo le opportune garanzie o meglio, quei requisiti minimi che potessero permettere il naturale svolgimento della collaborazione.

Ma se ci pensi bene, è una situazione tutt’altro che insolita perché moltissime persone cercano il lavoro a prescindere da stipendio e condizioni ma, una volta all’interno, non avendo rispettato i requisiti dei propri valori e necessità, dovranno fare i conti con sé stessi e il lavoro che, nella maggior parte delle volte si dimostra poco adatto proprio perché loro hanno cercato un lavoro senza pensare a tutto quanto giri intorno al lavoro come uno stipendio importante che gli avesse potuto permettere una vita agiata, degli orari consoni agli impegni familiari e alla cura e il benessere della sua persona, alla possibilità di carriera in base alle sue ambizioni.

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