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Abbiamo fatto 30... facciamo 31


Quante volte abbiamo pronunciato la frase: abbiamo fatto trenta...facciamo trentuno oppure quante volte l'abbiamo sentita pronunciare ad un amico, nel mondo del lavoro, in un film ma col senno di poi, considerato il risvolto, abbiamo fatto davvero bene ad arrivare fino a 31?

Abbiamo fatto trenta...facciamo trentuno è la tipica frase di quella persona che si trova in una situazione stancante, che per responsabilità proprie o altrui si è portato al limite della sopportazione e che rappresenta l'ultima tappa di un viaggio. 

In altre parole, quando percorri un cammino che non può dipendere da te e dalle tue capacità ma che ti obbliga ad affidarti ad altre figure per quanto riguarda l'istruzione scolastica di un figlio complicato o il tentativo di far decollare la tua attività grazie ad un nuovo sistema pubblicitario oppure il recupero fisico dopo un incidente, succede di trovarsi in un momento di sconforto e di pensare che sia arrivato il momento di mollare tutto ma poi ti volti indietro e ripercorri mentalmente le strade praticate, le risorse impiegate e quanta fatica sprecata e tutto questo per quale ragione? 

Allora pur non conoscendo interamente il percorso rimanente al raggiungimento del tuo obiettivo pronunci ad alta voce la frase: "Abbiamo fatto trenta... Facciamo trentuno".

Purtroppo, come ho scritto poco più su, stiamo parlando sempre di qualcosa che non dipende da te o, per lo meno, non dipende direttamente da te, dal tuo impegno o dalla tua preparazione. 

Così prima ti ritrovi in un sentiero inesplorato senza alcuna mappa, privo di orientamento e percezione e poi senza alcuna logica, solo perché pare coerente, decidi di perpetrare aggiungendo ancora più soldi e impegno a quanto già fatto e sai bene che questo ti costerà parecchio. 

Costerà pensieri, ulteriori riflessioni, delusioni, pentimenti, arrabbiature, litigi. 

Costerà la perdita nella fiducia in tutte quelle situazioni che non puoi controllare personalmente, perdita di fiducia nelle persone, nei progetti, nei sogni e che ti farà pensare a quel vecchio detto: "chi fa da sé, da per tre". 

Cosa si può fare, allora? 

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Per prima cosa, non si dovrebbero mai affrontare percorsi sconosciuti e l'esempio che mi viene in mente è quello del piccolo imprenditore che si fa costruire il sito internet per la propria azienda senza alcuna competenza o anche solo cognizione del mondo web per poi non utilizzarlo e convincersi della certezza che internet sia una bella roba ma che non faccia proprio al caso suo.

In secondo luogo, nel caso tu sia l'imprenditore qui sopra 👆, non pensare che aggiungendo alcuni optional al tuo sito (sempre senza cognizione di causa), il tuo mondo web scoppierà per magia perché abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno è la testimonianza che attesta che se sbagli e continui a sbagliare, stai solo continuando a commettere errori quindi anche se dovessi fare trentadue, trentatré o trentaquattro, le cose non cambieranno mai in meglio anzi, sicuramente potrebbero evolversi in negativo. Quindi interrompi subito. 

Lo so, hai speso tanti soldini, hai riversato le migliori aspettative ma l'errore non risiede nel sito internet bensì nella tua reale motivazione che ti ha spinto a realizzarlo. 

E così come per l'imprenditore, anche lo studente si trova a volte nella stessa condizione continuando a partecipare a corsi di formazione anziché cercare di mettere in pratica le competenze già acquisite perché è convinto che il curriculum possa valere più di ciò che si celi dietro, più della sua stessa essenza, come se i corsi di formazione potessero valere come chiave di accesso ad un lavoro o ad una posizione lavorativa quando ciò che conta, in realtà, saranno le capacità di risolvere i problemi all'azienda (più avanti apriremo un discorso per quanto riguarda questo argomento) e per le aziende serie, l'attestato conta niente o quasi ma contano le reali competenze. 

Ricorda questo, ti ricordi a scuola guida quando incappavi nell'affermazione che iniziava con gli avverbi temporali "sempre" o "mai" e di conseguenza sapevi che si trattava di un affermazione falsa, così succede nella vita di tutti i giorni quando ti trovi dinnanzi a qualsivoglia situazione che ha la presunzione di convincerti che senza quel qualcosa non riuscirai a superare gli ostacoli che ti si pongono davanti. Questo pensiero per farti comprendere che accedere ad un'area sconosciuta soltanto perché altrimenti saresti tagliato fuori oppure perché verresti considerato "diverso" risulta non solo poco intelligente ma anche distruttivo perché ti spingerà a cimentarti in situazioni che non potrai affrontare quindi sarai dipendente da persone e fattori esterni che, nella maggior parte dei casi, ti porteranno via tempo e denaro oltre che sacrifici. 

Facciamo un altro esempio. 

Quante volte ti è capitato di affidarti alle cure del tuo medico di famiglia che rispetti e credi autorevole date le sue conoscenze in campo medico. 

Ti sarà successo, come è capitato a me, che la sua diagnosi che ha condizionato il tuo percorso di guarigione, non si fosse dimostrata risolutiva il ché significa che il dolore non è passato. 

Allora sei tornato da lui per comprendere le reali motivazioni ma con un atteggiamento più scettico perché dare piena fiducia significa anche crearsi parecchie aspettative. 

Quindi lui ti prescrive altri farmaci che, anche in questo caso, non hanno portato alcun miglioramento.

Decidi di mettere da parte il tuo medico e di comprendere da solo il perché del tuo problema. Ti informi, studi, fai domande e una volta individuate le 2-3 cause possibili decidi di contattare uno specialista che, guarda caso, è concorde con le tue teorie. 

Poco dopo la nuova terapia inizia a fare effetto e il problema sarà superato e considerato soltanto un brutto ricordo. 

Cosa sarebbe successo se tu non ti fossi ribellato? 

Quanto tempo sarebbe servito prima di tornare ad essere sano? 

Il tuo impegno nello studio e nella comprensione, unito ad una reale motivazione (il tuo star bene, anzi il voler non stare più male), ti hanno portato sulla strada corretta per riuscire a risolvere il grave problema. 

Ecco che quando riusciamo ad unire motivazione (il perché) all'impegno costante, non esiste nulla che possa fermarci nel raggiungere ciò che davvero desideriamo e questa rinnovata autostima ci porterà a non doverci chiedere mai più: "Abbiamo fatto trenta... Facciamo trentuno!" 

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