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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

I prezzi al tempo del coronavirus. 

La gente si lamenta continuamente per via del rincaro dei prezzi ma come mai succede tutto questo?

Questo post è dedicato a coloro si stiano lamentando del rincaro dei prezzi dei prodotti. Molti anni fa, esistevano pochi commercianti e moltissimi potenziali acquirenti. Chiunque avesse avuto il "coraggio" di diventare commerciante avrebbe potuto vendere (o rivendere) i prodotti al prezzo preferito perché un un modo o nell'altro sarebbe riuscito a vendere. Man mano, i commercianti andavano in aumento, creando così quella che è stata definita concorrenza relativa ad uno stesso prodotto o simile e questo ha causato o meglio, ha contribuito alla crescita del sistema commerciale in quanto, i clienti, avrebbero potuto scegliere un prodotto differente oppure a parità di prodotto, il prezzo migliore. Ma i commercianti storici aggrediti dalla concorrenza, data la loro storica forza economica misero in atto la soluzione più semplice: la riduzione del prezzo che avrebbe spostato un determinato mercato ad acquistare da loro. Questa politica, però, ha provocato alcune controindicazioni importanti perché se un prodotto che normalmente veniva venduto a 10 (con utile 6) è successivamente viene rivenduto a 5 (con utile 1), chiaramente provoca l'aumento del lavoro moltiplicato per 6 perché per ottenere lo stesso guadagno netto, devo vendere sei prodotti. Questo ha comportato naturalmente l'aumento dei costi di lavoro perché per vendere di più avrebbero dovuto assumere personale. Viene da sé che la politica del ribassamento dei prezzi ha portato i commercianti a privarsi del benessere naturale che dovrebbe essere la filosofia della categoria. Ecco che, come è avvenuto nei paesi sviluppati, sono gli immigrati a tenere le redini del commercio perché non essendo abituati al benessere riescono a sopravvivere con bassissimi costi di gestione e di conseguenza a mantenere prezzi molto bassi. Vendere a prezzi bassi, tuttavia, comporta altri problemi ovvero le conseguenze sulla produzione che come per i commercianti, hanno dovuto far fronte agli aumenti delle richieste e, come sopra, all'inizio hanno ridotto il proprio margine, assunto personale e poi scavalcati dai mercati più poveri e meno abituati al comfort come quello cinese che ha conquistato il mondo intero. Questo fa si che la qualità dei prodotti scada vertiginosamente. Quelli che mangiamo, soprattutto ha subito un calo della qualità impressionante ma non solo, per evitare il rischio che i prodotti potessero subire danni prima della vendita, questi, sono stati riempiti di diserbanti, di pesticidi, di prodotti chimici atti a proteggere il prodotto ma a peggiorarne sensibilmente la qualità così ecco che a parte il rischio di mangiare prodotti simili, non sappiamo più di niente. I paesi sviluppati, in crisi, subiscono pressione fiscale e regole sempre più importanti tanto da portarli a chiudere la propria attività (non prima di una estenuante battaglia per la sopravvivenza) che li porta sull'astrico. Non è un caso che in Italia, avere un'attività commerciale con dipendenti sia in tutti sensi un'impresa: Norme sua sicurezza, ASL, HACCP, Nucleo anti sofisticazione, Guardia di Finanza, imposte dirette, imposte indirette, fiscalizzazione, INPS, Inail, etc... Ecco che in un mercato così pericoloso e affollato, l'intelligenza umana prende in mano la situazione andando a pensare al Bio, il Docg, ISO, o altre trovate simili. Questo ha contribuito a diversificare il mercato tra prodotti normali e prodotti di qualità garantiti e/o certificati. Il mercato si riprende. Nuovi commercianti sono pronti a produrre, vendere e rivendere prodotti totalmente nuovi e privi di concorrenza o quasi. Non è accettabile, infatti, che un commerciante cinese possa rivendere un Brunello di Montalcino di Franco Biondisanti della tenuta "Il Greppo". Così, come per il vino, tutti i prodotti al mondo hanno potuto realizzare un gemello più figo, più buono o comunque migliore. Questo per arrivare ad un punto: il prezzo dei prodotti è dettato dalla richiesta di un determinato prodotto e dalla capacità dell'azienda o del mercato di produrlo. Viene da sé che il Bitcoin (la prima grande cripto valuta), abbia ottenuto grande popolarità per la propria natura esclusiva. Come per la cripto valuta, anche l'amuchina che in questo periodo sembra valere più di un Rolex, abbia lo stesso problema anzi vantaggio per via della grandissima richiesta e moltissimi si sono lamentati per il rincaro esagerato da parte di chi la rivende. Io non sono al corrente del prezzo di vendita di amuchina ai commercianti ma ho visto contenitori di amuchina che prima venivano venduti a 5€ arrivare a costare addirittura 50€. Il motivo è semplice: non ce n'è! Perché le collezioni hanno un valore? Perché Rolex ha un valore? Perché il vino che è un prodotto alimentare e consumabile ha un valore che può arrivare a qualche milione di euro? Risposta: È il mercato che lo richiede. Il coronavirus. Qualcuno si è lamentato, ho visto personalmente, del fatto che la camolilla sia passata da € 0, 69 a € 0,89. A parte questa follia degna del periodo, l'aumento dei prezzi relativi ai beni di prima necessità pare essere un problema. Per quanto riscontrato, tutti i prezzi dei generi alimentari sono assolutamente nella norma dato che un kg di pomodori Bio costa normalmente 8-9€, quindi! I sindaci che in questo periodo sono a casa come quasi tutte le altre persone scrivono che invieranno dei controlli in caso di segnalazioni per quanto riguarda i prezzi anomali, e vabbeh! Alcune attività olrre che le aziende di produzione possono stare aperte come farmacie e negozi alimentari. Data la scarsità di mascherine, tutte queste persone devono lavorare a contatto con la gente mettendo a repentaglio la propria salute e mettendo a rischio quella dei familiari.

Mi chiedo se questo rischio non possa valere l'aumento dei prezzi dei prodotti, data la richiesta, dati i pericoli.

Un altro elemento fondamentale risiede nel fatto che, per alcuni commercianti, questa crisi potrebbe rappresentare un'occasione per migliorare la propria vita, per riuscire a pagare debiti o tasse pregresse, per poter alzare di nuovo la testa evitando la chiusura della propria azienda.

Non è mai giusto vivere e guadagnare sul dolore, sulla fatica degli altri ma allora le agenzie di onoranze funebri dovrebbero essere bandite come chi vende (sto esagerando) integratori alimentari per reintegrare il corpo dopo l'attività fisica che necessita di aiuto dopo uno sforzo.

Tutto quello che acquistiamo rappresenta un bisogno e le aziende che vendono, riescono a farlo proprio perché i loro prodotti vanno a soddisfare una determinata necessità.

Poi ci sono molti rischi a cui i commercianti vanno incontro in questo periodo. Aggiungo che noi non possiamo conoscere il prezzo di acquisto di questi prodotti perché la grande richiesta sta facendo lievitare i costi quindi, in un periodo come questo, dobbiamo essere indulgenti e scegliere in base alle possibilità perché prodotti come i fagioli, il pane, l'acqua, continueranno ad essere disponibili a prezzi abbordabili. In questo periodo devono cambiare le nostre abitudini, le percezioni e le conoscenze. Indulgenza e intelligenza.


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