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Medici e Infermieri: Maleducati o non adatti?


Partiamo dal presupposto che si debba ringraziare Dio per averci donato Medici e Infermieri.

Fatta questa doverosa premessa, specialmente quando sei direttamente coinvolto, quando ti rivolgi all’ospedale o al pronto soccorso, le buone maniere, le regole del rispetto e soprattutto quelle non scritte riguardanti la gentilezza, sembrano venir meno.


Tutto ha inizio quando un tuo parente necessita di cure mediche (Dio benedica Ospedali, Medici e Infermieri d‘ora in poi DBOMI).

Prima dell’accettazione sei avvolto da emozioni di paura e incertezza ma anche di speranza perché sai benissimo che, al di là di quella porta, ci sono tantissime persone preparate e pronte per salvare la vita o comunque per risolvere quel problema che nonostante tutti i i tuoi soldi, i titoli di studio ed i riconoscimenti ottenuti, ti mettono a nudo e inerme di fronte al male che sta affliggendo il tuo “caro”.


Appena varcata la soglia però finisce tutto perché, tralasciamo la parte relativa alle cure ricordando DBOMI, inizia una vera e propria battaglia contro il personale medico che pare non soltanto distaccato bensì infastidito dalla presenza del degente e ancor di più dei parenti.


DBOMI, questo è quello che mi ripeto continuamente proprio perché non devo scordare questo comandamento morale anzi, devo ripetermelo continuamente per evitare di cominciare a picchiare questa “sottospecie” di esseri umani che mi si presentano davanti con modi di fare, a dir poco sgarbati e che ti trattano come un insetto fastidioso, inutile.


Ok, andiamo al punto.

Il periodo attuale, il momento storico che stiamo vivendo, è determinato dall’economia.

Tutto si muove solo se esiste una possibilità di guadagnare e questa abitudine viene impiantata dalle multinazionali che controllano i governi e che a cascata insegnano al proprio popolo ad adottare questa regola morale.

Così ci ritroviamo a correre e correre ad una velocità via via sempre maggiore al fine di produrre, guadagnare, spendere, metterci in coda continuamente al fine di arricchirci perché questa società ci ha spiegato che sei felice solo con la ricchezza materiale.


Per essere ricchi, però, bisogna adottare uno stile di vita “pratico” evitando sprechi e perdite di tempo, andando dritti al sodo senza tralasciare il minimo dettaglio.

Noi italiani, tipicamente “entusiasti” abbiamo pagato (così ci hanno detto) il periodo in cui abbiamo vissuto di rendita (la prima repubblica) pertanto, con la globalizzazione siamo stati letteralmente inghiottiti dal sistema di lavoro disciplinato dei tedeschi per esempio che, infatti, guidano l’Europa.

Ecco che la reazione a questa “catastrofe” è la meccanizzazione e la robotizzazione “degli esseri umani”: più sei simile al robot e più sei uniformato.

Il problema è che gli esseri umani non sono robot e quando si rompono, a differenza del metallo e della plastica, non possono essere riparati.


I fan di Terminator e, prima ancora di Star trek, potranno comprendere questo mio pensiero: un giorno, l’intelligenza artificiale prenderà coscienza e si renderà conto di quanto gli esseri umani siano difettosi.


Ecco che, per assomigliare ad un robot, la prima cosa da fare è eliminare i sentimenti e le emozioni.


Alcune correnti formative si rivolgono ai colori per spiegare le differenti personalità umane, individuando nel Rosso la dominazione e l’aggressività, nel Blu le competenze tecniche e la totale predisposizione ai dati, nel Verde la pacatezza e il piacere di godere della tranquillità mentre nel Giallo l’entusiasmo e la visione oltre la forma naturale delle cose.


Il Rosso è una persona pratica e decisa.

Il Blu è profondo e riflessivo.

Il Verde è gentile e amorevole.

Il Giallo è divertente ed entusiasmante.


Adesso ti pongo una domanda semplice e diretta:

Quali sono i colori che oggi stanno dominando il nostro pianeta?


Complimenti se avessi risposto Rosso e/o Blu.

Molto meno bravo, invece, se avessi pensato Verde o Giallo.

Perché?

All’interno delle realtà aziendali si decanta tanto il benessere dei dipendenti, la visione del futuro dell’ufficio marketing; tante bellissime parole che dimostrano quanto queste aree aziendali vengano allestite e utilizzate più per moda che per una reale convinzione ma sono le vendite e l’area tecnica che, nonostante la loro predisposizione alla NON collaborazione, la parte determinante dell’azienda: questo secondo il modello che ci è stato inculcato.


Negli ospedali funziona come una normalissima azienda con l’aggravante del settore pubblico in cui gli obiettivi non sono mai chiari e determinanti perché indipendentemente dall’andamento, l’ospedale non fallisce né gioisce.


Ecco che i dipendenti facenti parte dell’universo sanitario, non hanno grandi stimoli nello svolgere l’attività e questo piattume che crea uno stallo vitale, non contribuisce ad attirare le persone tatticamente più adatte a quella determinata mansione, non solo, anche chi li assume, inteso come modo di ricerca delle risorse, richiede esclusivamente requisiti tecnici e non morali o di comportamento rendendo arido il settore che, invece, avrebbe necessità di tanta comprensione.


Un film molto famoso, Patch Adams, interpretato dal grandissimo Robin Williams, racconta la vera storia di un medico che ha deciso di cambiare le regole perché non è la morte che deve essere scongiurata a tutti i costi perché morire fa parte dell’esistenza ma è la vita, anzi, la qualità della vita che dev’essere tutelata a tutti i costi.

Per coloro che abbiano guardato il film, come ha reagito il settore medico alla provocazione di Patch?


Perché ci commuoviamo e perché ogni tanto ci stupiamo di quanto possiamo essere sensibili?

Ecco le domande, allora:

Perché decidiamo di vivere senza emozioni?

Perché accettiamo di assomigliare ad un robot?

Perché giochiamo a fare gli adulti quando la felicità è sempre nel gioco dei bambini?

Perché dimentichiamo facilmente quando eravamo noi a commettere le sciocchezze che oggi critichiamo osservando le persone giovani?


Nel film “La vera storia di Jack lo squartatore” con Johnny Depp, il medico reale (che successivamente si scopre essere il Killer), si rivolge al commissario (Johnny Depp) e gli dice, riferendosi ad un giovane e promettente medico: Quel medico è affetto dalla “sindrome del medico” perché sa tutto sulla biologia umana e niente sull’animo umano!


Quante persone (in più) si salverebbero se negli ospedali fossero presenti figure atte a migliorare la qualità della vita?


DBOMI 🖖








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